sabato, gennaio 28, 2006

WALL PLAQUE CREST JOINT SPECIAL TASK GROUP CONDOR


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- 41- 2005
Crest della missione Antica Babilonia in Iraq ad opera degli Arditi Incursori di Marina,i Rangers degli Alpini,ed i Paracadutisti,denominati CONDOR

WALL PLAQUE CREST COSPAS SARSAT


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-40- 2004

Sotto egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri ,ufficio gestioni emergenze Roma,un bellissimo crest della stazione satellitare di Bari,gestito dalla Guardia Costiera e dalla Protezione Civile Italiana,di cui compaiono entrambi i simboli,ai lati di un Tricolore che abbaccia virtualmente le stazioni satellitari di Stati Uniti,Canada,Francia e Russia.

lunedì, gennaio 16, 2006

WALL PLAQUE CREST TASK UNIT REGGIMENTO SAN MARCO OPERAZIONE ANTICA BABILONIA

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- 39-2004
Il crest ben rappresenta il leone, simbolo dell'attuale Reggimento San Manco,in questo caso impegnato a Nassyria nell'operazione Antica babilonia

WALL PLAQUE CREST COMITMARFOR


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- 38-2004
Il crest del Comando Italiano Forze Marittime(Comand of Italian Marittime Forces - COMITARFOR) racchiude i 4 simboli delle repubbliche marinare con il leone di San Manco in evidenza,cioè il jack della Marina Militare,sullo sfondo la croce della Nato,nella quale il Comando compie le sue attività.
Esistono altri 2 crest simili in tutto tranne che per il simbolo della Nato,e che sono COMFORAL (Comando Forze d'altura) e COMGRUPNAVIT (Comando Gruppo Navale Italiano),magari di seguito vi inserirò le foto.

WALL PLAQUE CREST NIBBIO 2 ENDURING FREEDOM

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- 37- 2004
Crest missione Enduring Freedom denominata Task Force Nibbio 2
in Afghanistan ad opera del 187 Reggimento Paracadutisti

domenica, gennaio 15, 2006

WALL PLAQUE CREST COMANDO CONTINGENTE ITALIANO IN IRAQ - OPERAZIONE ANTICA BABILONIA


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- 36 - 2004
Il crest racchiude la figura dell'Iraq,divisa a settori ,con i colori della bandiera irachena, i simboli delle 4 forze armate italiane ed in alto il nome ITALIA nelle due lingue sullo sfondo del tricolore.Tutto attono
la scritta del Comando Contingene Italiano ed il nome della missione Antica Babilonia.

giovedì, gennaio 12, 2006

WALL PLAQUE CREST ROSA DEI VENTI



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La rosa dei venti personalizzata con al centro una medaglia coniata della nave Amerigo Vespucci,in questo crest affiancata dal Jack della Marina Militare.

venerdì, gennaio 06, 2006

ALCUNE INFORMAZIONI SUI CREST ,CENNI STORICI...

In seguito alle tante richieste,avute da parte di tanti appassionati vi invio alcune informazioni,sui crest ,a partire da informazioni sul termine ad alcuni cenni storici.
Devo comunque ringraziare l'amico Riccardo S. ,dal quale ho preso tali informazioni,spero vi siano utili.



La parola inglese "Crest" oltre a significare la cresta che hanno sulla testa i galli e altri uccelli, secondo il "Twentieth Century Dictionary" significa anche:
figura decorativa che originariamente sormontava l’elmo, posta su una corona ecc, oppure usata separatamente come distintivo personale su una piastra ecc. "
I1 vocabolario Webster dice "insegna o emblema ... come ornamento o segno distintivo per targhe, divise e simili".
Da quanto sopra riferito si può concludere che la parola "crest" indichi un emblema che può essere posto su una targa come ricordo personale, o, più in generale, come ricordo di un ente o di una nave.
Con questo nome preso a prestito dalla lingua inglese sono correntemente indicate delle fusioni di bronzo, o di alluminio, di forma circolare e di vario soggetto, applicate su un sostegno di legno a forma di scudo che navi ed enti della Marina Militare offrono come loro ricordo a visitatori e autorità.
Se la fusione e in bronzo, la figura, e le eventuali iscrizioni, non sono colorate, se invece è in alluminio sono colorate a smalto, assumendo un aspetto più vivace.
Esistono anche "Crest" più elaborati con figure a smalto, targhette in ottone con il nome della persona o dell'ente cui il "Crest" si riferisce, e quésti non risultano da una sola fusione come il modello classico, ma da una "composizione" di parti varie applicate sulla tavoletta di sostegno.
Oggi praticamente tutte le navi e gli enti a terra della Marina Militare si sono dotati di questi oggetti-ricordo che, oltre ad essere donati ai visitatori,
vengono offerti ai Circoli Ufficiali e Sottufficiali, ai quadrati ufficiali delle altre navi, che ne adornano intere pareti.
Questo per non parlare delle collezioni private conservate nelle abitazioni dei collezionisti.



CREST: la storia

La tradizione dei "Crest" nella Marina italiana non è molto antica e si può far datare intorno all’anno 1960.
Prima della seconda guerra mondiale, durante tale guerra e per oltre un decennio dopo la sua cessazione, non se ne conosceva l'uso.
Le navi e gli enti, a quell'epoca, avevano invece una propria medaglia che era offerta ai visitatori e alle signore invitate alle feste a bordo, in questo caso la medaglia era ornata con un nastrino azzurro col nome della nave e da un fiore in oro, era donata agli ufficiali al termine del periodo d’imbarco.
Viceversa nella Marina britannica e statunitense il "Crest" era diffuso da molti anni, nell'epoca in cui nella Marina italiana non si conosceva.
Certamente è entrato nell'uso in seguito ai contatti con tali Marine, suIle cui navi i "Crest" adornavano le pareti dei quadrati ufficiali.
Tuttavia la remota origine del "Crest" nella Marina italiana si può far risalire alla Circolare N. 419 datata Torino il 2 febbraio 1865, quando questa era ancora la capitale del Regno, circolare che riguardava l’istituzione dei "tappi di volata".
Tale circolare stabiliva che:
"Ogni nave abbia per dotazione fissa un numero di difense di legno per cannoni, eguale a quello delle bocche da fuoco della batteria scoverta, e che queste difense siano costruite giusta il modello ... che verrà approvato dal Ministero",
Come risulta si parlava di tappi di legno, ma non di ornamenti da apporvi sopra.
Nel 1865 la flotta italiana era ancora composta prevalentemente di navi con cannoni in batteria, e solo 1"'Affondatore" aveva due cannoni da 254 mm in due torri, una a prora e una a poppa.
Fu solo dopo l'adozione dei cannoni in torre sulle corazzate "Italia" e "Lepanto" del 1880-82 che i tappi di volata da semplici coni di legno si trasformarono in oggetti più elaborati, sulla cui superficie esterna si metteva un medaglione di bronzo con uno stemma più o meno attinente al nome della nave.
La costruzione delle navi in ferro aveva portato come conseguenza che anche le bitte fossero in ferro, e che fossero normalmente chiuse superiormente da un tappo circolare di ottone o di bronzo, ornato con lo stemma della nave.
Oltre che sui tappi di volata e sui coperchi delle bitte, lo stemma della nave era riportato sui "medaglioni" applicati sui due lati della prora delle imbarcazioni appartenenti alla nave.
Probabilmente, agli inizi, tali stemmi erano applicati secondo le semplici direttive del comandante della nave; ma in epoche successive la loro forma e dimensione fu regolamentata dalla Direzione Generale delle Costruzioni Navali e Meccaniche del Ministero della Marina, con la pubblicazione: "Norme riguardanti Emblemi, Distintivi e nomi da applicare sulle Regie Navi" che disponeva:
"imbarcazioni, bitte, tappi di volata dei cannoni"
di corazzate e incrociatori che abbiano un nome chi sì riferisca uno stemma araldico: stemma araldico del nome.
di tutte le altre unità: fregio marino di 1a , 2a e 3a grandezza.
Nota - Lo stemma araldico ed il fregio marino delle imbarcazioni sarà sistemato sui fianchi della prora.
Da notare che gli stemmi per le imbarcazioni erano applicati solo a quelle della nave, vale a dire lance a remi, pirobarche, diesel-barche, motobarche, motoscafi dei comandanti, ma non sui motoscafi degli ammiragli, per i quali era prescritto un fregio costituito da un’insegna ammiraglio, cioè da una bandiera azzurra con il numero di stelle gialle competente per il grado rivestito.
Per tutta fa durata della seconda guerra mondiale e per un decennio dopo la sua fine queste norme furono osservate; ma nessuno pensò ai "crest" che, come già detto, erano da tempo in uso nelle marine britannica e statunitense.
Chi introdusse, e come si introdusse e si diffuso questo genere di "ricordo navale" non è facile determinarlo. L'autore di questa nota, ricorda che negli anni 1957-58, quando era destinato all'Arsenale di Taranto, gli venivano fatte le prime richieste da parte di Comandanti per ottenere la costruzione di "crest" per le loro navi
Come per le medaglie, anche per i "crest" non esistono norme ufficiali per la loro costruzione, quindi figure, iscrizioni e fregi che li ornano sono frutto della fantasia dell'artista che viene incaricato di disegnarle.
I piu antichi esemplari erano delle semplici fusioni in bronzo, costituite da un medaglione sul cui contorno correva una fascia con la scritta del nome della nave, e nel cui centro vi era un simbolo piu o meno attinente al nome della nave o alla sua attività.
Vi sono state poi fusioni di alluminio colorato e, infine in epoche molto recenti, delle vere e proprie composizioni, accompagnate da targhette con il numero delle stelle, e talora la firma dell'ammiraglio cui si riferiscono (Capo di Stato Maggiore, Comandante di Dipartimento ecc.) Quelli propri delle navi, a quanto risulta allo scrivente, non sono fregiati di queste "apprendici".
La diffusione dei "crest" è stata comune: oltre a quelli delle navi, vi sono quelli degli enti a terra come Accademia Navale, Arsenali, Comandi di Dipartimento, Comandi Marina, Ente Circoli, Circoli delle varie sedi, Direzioni di Commissariato, Centri di addestramento, Capitanerie di Porto, e chi più ne ha piu ne metta.
Mentre esistono collezioni complete, o quasi complete, delle medaglie delle navi, collezioni preziose perchè prevalentemente costituite da medaglie d'oro; non risulta che esistano raccolte ufficiali dei "crest" finora costruiti, i quali rimangono semplicemente una "tappezzeria" per decorare pareti di abitazioni, circoli e uffici.

Nota: il testo è stato tratto da un articolo dell’Amm. Gino Galuppini pubblicato sulla rivista Yacht Digest risalente a circa 15 anni fà.



CREST: La realizzazione


In principio interviene lo studio grafico al quale sono date da elaborare le immagini che si vogliono riprodurre, e che lo scultore realizzerà in seguito.
Lo scultore opera (quando si vuole dare il massimo risalto) nella dimensione di almeno 20/30 cm. di diametro per meglio rendere i particolari, è in questa dimensione che ogni dettaglio può essere riprodotto anche nei minimi particolari dell'artista.
Lo scultore lavora in plastilina o in cera realizzando il soggetto in positivo; il passaggio successivo è quello di ricavarne una copia di gesso, materiale indubbiamente più resistente anche se deteriorabile nel tempo.
I1 passaggio (plastilina/cera/gesso) osserva le seguenti fasi: sulla plastilina/cera viene passato un impasto molto liquido di acqua e gesso, si fa asciugare e si ripete l'operazione con un impasto più corposo e via così fintanto che l'opera ne sia interamente ricoperta, una volta asciutto il gesso con un lieve movimento delle mani sì "estrae" la plastilina/cera, l'opera così è in negativo, si ripete l'operazione con lo stesso sistema per riportarlo in positivo.
Al termine di questi interventi, alcuni particolari potranno essere ripuliti da eventuali impurità che si siano depositate negli interstizi, i1 gesso del Crest è ora pronto nitido e levigato; non deve, infatti, presentare nessun tipo d’imperfezione sulla sua superficie, ogni minimo calo di compattezza in superficie si trasformerà in imperfezione nel Crest.
I1 passaggio successivo è la prima fusione, quella su cui si lavorerà sempre in seguito per qualsiasi tipo di realizzazione, anche la prima fusione è trattata con la dovuta cura e ripassata da abili cesellatori per ripulirla da bave e depositi di terra.
L'ultimo passaggio prima di ottenere il prototipo è la riduzione dell'opera nella misura desiderata impegnando un pantografo tridimensionale, quando l’oggetto uscirà dal pantografo il lavoro di preparazione è concluso, tutti i particolari sono leggibili, anche i più piccoli, quelli che lo scultore è andato a ricercare nel corso del suo lavoro.
Ottenuto il prototipo si procede al lavoro in serie, i1 materiale da utilizzare per la migliore riuscita è indubbiamente il bronzo, ma anche l'ottone non è da sottovalutare, naturalmente usato ai titoli più alti.